Assegno Postdatato: le Regole
La regola quando si emette un assegno per pagare un debito a favore di un creditore, vuole che si compili ogni campo presente sull’assegno stesso con le corrette informazioni. Ci riferiamo, quindi all’importo, al nome del beneficiario, alla firma, al luogo e alla data. Ma se volessimo omettere questo elemento, oppure inserire una data “futura” daremmo vita al cosiddetto assegno postdatato.
Effetti tecnici importanti
Sembra una cosa da nulla: sostanzialmente inseriamo una data prossima, non attuale, quindi chiediamo indirettamente al beneficiario di incassare l’assegno alla data che noi gli abbiamo indicato. La legge dice che l’assegno postadato non è legittimo: è di fatto irregolare.
La ragione è che tale funzione, esattamente con queste modalità, è svolta dalla cambiale: essa specifica un importo e una data che esprimono il “pagherò” del debitore a favore del creditore che detiene con se il titolo di pagamento.
Un assegno postadato, quindi, equivarrebbe ad una sorta di evasione fiscale dal momento che la cambiale, con la medesima funzione di posticipare il pagamento, prevede che vi sia apposta una marca da bollo del valore del 12 x mille dell’importo che ha specificato in calce.
Incassare un Assegno Postdatato
Ma quali differenze ci sono nell’incasso di un assegno di questo tipo?
Sostanzialmente nessuna, se non che il beneficiario dovrebbe attendere l’arrivo della data specificata in calce. Bisogna altresì, specificare anche che lo stesso potrebbe comunque provare ad incassare immediatamente il titolo di pagamento: ne avrebbe il diritto dal momento che l’emissione dell’assegno, seppur postadato, sottintende una volontà di emettere il pagamento.
Conseguenze negative potrebbero esserci per il debitore, ossia per colui che ha emesso l’assegno colpevole di un errore che potrebbe costargli anche un'accusa di evasione fiscale.